Sport e differenze culturali: il caso Honda-Arai vs McLaren-Boullier
Avevamo affrontato tempo fa il caso Honda-McLaren riguardante la distanza culturale tra le due aziende che aveva creato qualche scricchiolio nel rapporto e nella strategia da tenere per portare il binomio ai risultati sperati. Vediamo nel dettaglio.
Qualche settimana fa sono uscite altre dichiarazioni da parte di Yasuhisa Arai che, anche se ormai datate, ci consentono di capire meglio l’importanza di conoscere e affrontare le differenze culturali in senso positivo.
«Credo che mettere sotto contratto un ingegnere dalla Ferrari, dalla Mercedes o da altri, avrebbe comportato molte difficoltà – spiega Arai– e sarebbe difficile per questa persona lavorare con noi, perché il tipo di cultura è molto differente: parlo di equipaggiamenti, di simulazioni, di tutto. Per cui non è questione di capacità o di esperienza, ma del fatto che avrebbe richiesto troppo tempo imparare come operiamo. Poi c’è anche un altro aspetto: alla Honda vogliamo che i nostri dipendenti lavorino a lungo con noi. Di conseguenza, quando qualcuno viene per sei mesi e poi se ne va, è una situazione difficile. Non è così che lavoriamo».
In questa diatriba intervenì anche il pilota Jenson Button (che dichiarò “Ho una moglie nipponica, dunque so che la comprensione non è immediata.Per loro ad esempio il sì ha un altro valore rispetto a noi” ed il tester Pedro de la Rosa (“Ricordo ai tempi della Formula Nippon quando tornavo ai box e suggerivo delle modifiche loro rispondevano affermativamente ma poi non intervenivano”).

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